[Jimin fa le domande e RM risponde]
JM: Durante la produzione dell’album, abbiamo tutti attraversato un momento difficile quando i nostri impegni e il nostro tour sono stati cancellati. Non c’è neanche bisogno di dirlo. Durante questo duro periodo è stato rilasciato l’album “BE”. Potresti dirci come ti sei sentito mentre lavoravi a questo nuovo album?
RM: I ricordi cominciano già ad essere meno nitidi, ormai è passato diverso tempo. Sono ormai passati 4-5 mesi. Abbiamo iniziato a lavorarci subito dopo “Dynamite”, è passato quasi metà anno. Allora, dopo i vari eventi, ci siamo trovati sull’orlo del baratro, e produrre un album era l’unica cosa che potessimo fare. “Dynamite” aveva ottenuto un buon riscontro, ma era destinata alla promozione, quindi quando mi sono ritrovato a lavorare a “BE”, mi sono davvero sentito come se non potessi fare altro, inoltre c’erano molte cose che volevo dire, anche se non sapevo come fare. Durante la produzione dell’album ero mosso da un mix di sentimenti.
JM: Penso che individuare i sentimenti da trasmettere attraverso l’album sia stata la parte più difficile per tutti, ed è questo che ci ha portato a discuterne tra noi.
RM: Esatto. Ognuno di noi stava affrontando diversi problemi, ma questo non vuol dire che il nostro approccio al lavoro potesse essere “Sono stanco”. Abbiamo dovuto trovare una sorta di alchimia nell’album, anche se avessimo rappresentato la situazione come bella e positiva, avevamo bisogno di dargli un senso in qualche modo, e questo mi preoccupava molto.
JM: Ma poi è arrivata la tua idea di “Telepathy”. Ricordo ancora di essere rimasto stupito, ero tipo “Come ha fatto a pensarci?”
RM: Ho sempre pensato che potesse essere utile come idea un giorno [ride]. Sotto certi aspetti il tema non è dei più originali, è un soggetto ricorrente in film e cartoni. Nonostante ciò, ho pensato che avremmo potuto rendere l’idea in modo diverso in “Telepathy”. Molte idee alla fine erano state inserite in “Life Goes On”, quindi pensavo non ci fosse molto altro da dire. Erano le uniche parole rimaste, un po’ come fossero un incantesimo. Sai che davanti allo studio c’è un tavolo, no? Ricordo Bang PD venire lì e dire “Hey, che te ne pare della frase ‘Life Goes On’?”. Ne abbiamo parlato. Aveva proposto anche frasi come “Carry On”. Io gli avevo detto che mi piaceva molto, inoltre c’è anche una canzone di 2pac che mi piace che si chiama “Life Goes On”, me l’ha ricordata e anche per questo mi è piaciuta molto. Inoltre, la canzone rilasciata precedentemente si chiamava “ON”, quindi è come se ci fosse stata una transizione da “ON” a “Life Goes On”, il che è fantastico. Ricordo di averne parlato.
JM: È stato davvero bello, e molte delle tue idee hanno poi preso vita nell’album. Comunque, anche per i testi delle canzoni degli album te ne occupi tu. Ci sono dei testi in questo album che credi siano particolarmente ben scritti?
RM: Dei testi che mi piacciono particolarmente... a cui ho partecipato… escludendo le mie parti rap, ho scritto “Stay” e i bridge in “Dis-ease” e “Life Goes On”, penso sia tutto? Ah, anche “Fly to My Room”.
JM: Quanto hai scritto di “Life Goes On”?
RM: “Life Goes On” l’ho scritta tutta io, ad eccezione dei versi di SUGA e j-hope. Se devo essere onesto per me “Fly To My Room” è quella con il testo riuscito meglio. È quella che ho finito più rapidamente, forse perché sapevo che non l’avrei cantata io.
JM: Penso tu sia riuscito ad esprimere bene nella canzone i tuoi sentimenti, in modo più dettagliato, penso sia per quello, e penso renda anche semplice immedesimarsi.
RM: Io credo, innanzitutto, che la tematica della canzone fosse interessante, inoltre dato che ero sicuro non l’avrei cantata io, è stato più semplice fare un passo indietro e guardare alla canzone da un punto di vista esterno. Ho sempre avuto il problema che scrivendo per la maggior parte i testi di solito non rimane molto da dire nella mia parte rap, succede molto spesso. Ho già usato tutte le belle frasi che avevo nel resto del testo, quindi spesso rimango a corto di idee quando arrivo a dover scrivere la parte rap.
JM: Grazie al fatto che i testi sono tanto belli, riesco davvero a concentrarmi e ad essere dentro a quello che canto. Mi è sempre piaciuto il modo in cui riesco ad immaginarmi i tuoi testi nella mente quando canto. Ricordo ancora di aver quasi pianto cantando “00.00”.
RM: “00.00” è una canzone fantastica. Tra le canzoni di questo album “Fly To My Room” è quella meglio scritta, l’ho finita velocemente, senza pressioni, è andato tutto liscio, non ho avuto problemi. “Life Goes On” invece è quella per cui mi ci è voluto più tempo. Bang PD ed io continuavamo a scriverci su una frase, la parte di Taehyung quando dice “Non si vede la fine, c’è una via d’uscita?”, ho scritto 20 versioni solo di quella frase, mentre il ritornello mi è venuto subito. Avevo scritto al posto di quella anche una frase tipo: “Dei lacci che non si riescono ad allacciare”.
JM: Penso che la parte del bridge che abbiamo ora sia semplice e molto più diretta.
RM: Quella è stata la parte più difficile. Una canzone può essere suddivisa in blocchi, per determinate parti deve esserci una frase migliore di “Non si vede la fine, c’è una via d’uscita?”, una in cui ci si possa immedesimare di più, mentre per la parte del bridge va bene, perché altrimenti frasi meno semplici potrebbero rendere più difficile la comprensione del testo. Penso questa sia la parte difficile. Nel complesso le varie parti devono suonare bene insieme, ma devono essere belle anche prese singolarmente.
JM: È per questo che non provo a scrivere delle canzoni, ma grazie a te ho rilasciato una canzone a Natale.
RM: Per la canzone di Natale in realtà Jimin ha fatto la maggior parte del lavoro.
JM: È stato divertente! Se devo essere sincero, se non fosse stato per te non ci sarei mai riuscito.
RM: Adesso mi metti in imbarazzo, ma mi fa piacere. Mi sono davvero divertito.
JM: Ho provato a scrivere dei testi da solo, ma è stato davvero difficile. Tu di solito crei prima la melodia e poi scrivi il testo, o hai già un’idea generale di quello che vuoi scrivere e poi componi la melodia?
RM: È un lavoro molto lungo quello di chi scrive i testi e compone anche le canzoni. Ci vuole una vita. Io personalmente non suono nessuno strumento, ma per chi invece è capace bisogna prima occuparsi della parte strumentale, come chitarra o piano. Io non faccio più questo genere di cose, in passato dopo aver lavorato a lungo sul beat della canzone, mi è capitato spesso di sentire che ne sarebbe uscito fuori qualcosa di buono dato che gli strumenti suonavano bene, molte persone iniziano dagli strumenti, altri come hai detto tu dalla melodia, altri partono dal testo. Varia da persona a persona. Io riesco meglio a fare le canzoni quando ho già la parola chiave del testo.
JM: Penso che anche per me sia così, dopo aver lavorato insieme, e dopo aver ricevuto il tuo aiuto, non penso di riuscire a fare nulla se prima non ho il testo.
RM: Vedi, a volte hai un beat o una melodia al piano che ami ed è davvero bella, cominci a canticchiarla pensando che ne verrà fuori una canzone fantastica, ma poi non hai nulla da dire. Quindi finisci con lo scrivere dei testi molto forzati nel tentativo di abbinare le parole al beat. Quindi per me ultimamente avere una parola chiave è essenziale, le canzoni che hanno già il testo o una parola chiave vengono meglio, vengono fuori canzoni che mi piaceranno per molto tempo. Per quanto riguarda le canzoni dei BTS, non si tratta di un mio album, ma di un album in cui io partecipo, quindi le idee mi arrivano da molte persone. Per esempio, “Telepathy” o “Dis-ease” sono nate da idee di Yoongi e j-hope. Quindi per quanto riguarda le canzoni dei BTS ho una melodia o una parola chiave di partenza, e poi, come hai detto tu prima, uso l’immaginazione per adattare la parola chiave del testo alla melodia e per dare vita alla canzone. Onestamente lavorare così è più semplice e divertente, dato che ho già buttato giù qualcosa.
JM: È più conveniente lavorare così, no?
RM: Sì, o la va o la spacca. Ad esempio, con “Dis-ease” ho pensato fosse qualcosa di nuovo, dovevo solo trovare delle parole colorite, dovevo dare solo un po’ del mio contributo ed è questo che intendo, o la va o la spacca.
JM: Cosa intendi quando dici “solo un po’ del mio contributo”? Hai avuto un ruolo molto importante.
RM: Il mio contributo può essere il tocco finale per una bella canzone, oppure se non riesco a adattarmi e c’è qualcosa che stona, mi faccio un giro chiedendomi: “Perché è venuta così?” e poi chiedo a chi ha avuto l’idea cose tipo: “Cos’è che ti ha fatto pensare a questo cosa?” “Per me è difficile da immaginare”. Succede spesso perché non sono io quello a cui è venuta l’idea di base. Ed è per questo che o la va o la spacca.
JM: Penso che questa sia una caratteristica di RM. Devi riuscire ad immaginarti le cose tu, e devi riuscire immedesimarti e adattarti, per te è importante capire.
RM: In un certo senso quando si canta una canzone, sei come un attore quando recita.
JM: Ricopri il ruolo principale nella canzone.
RM: Ci sono ruoli in cui riesci a rispecchiarti, e altri che non hai mai provato e a cui non riesci ad immedesimarti. Entrambe le cose possono accadere. Per me l’empatia è molto importante per chi canta o produce la canzone, bisogna empatizzare con la musica. Chi scrive i testi o le canzoni, come hai detto, deve assicurarsi che il cantante riesca a comprendere ed immedesimarsi nella canzone, in modo tale che riesca a cantarla come se riguardasse la sua storia. Penso che sia molto importante quando si scrive una canzone. Per questo è difficile, divertente, ma difficile.
JM: Dato che scrivi dei testi tanto belli, sono curioso di sapere da dove prendi la tua ispirazione. Sono sicuro te lo abbiano chiesto molte volte.
RM: A dire il vero è molto complicato, perché i temi che vengono toccati dalle canzoni dei BTS sono svariati, le canzoni non riguardano una singola tematica, prendiamo ad esempio “Move” e “I Like It”. Tendiamo a parlare di emozioni universali come l’amore o la nostalgia, tristezza e gioia. Se guardi a queste tematiche sono ormai trite e ritrite, ma continuiamo a parlarne. Queste emozioni sono tradotte con differenti parole chiave, prendi ad esempio il tema della nostalgia, lo troviamo in “Spring Day”, “Life Goes On” e “Telepathy”, tutte questa canzoni parlano della nostalgia per qualcosa, ma allo stesso tempo sono tra loro differenti. Come sai già probabilmente, dato che l’ho già detto in molte interviste, cerco di mantenere sempre una mentalità aperta. Non è semplice, ma ad esempio tu sin da piccolo hai studiato danza, quindi le tue mosse in determinati stili sono più pulite e raffinate, io non ho studiato come hai fatto tu, ma mi sono allenato sin da piccolo a pensare a testi che riguardassero anche momenti della vita quotidiana, e dato che mi piace fare questo genere di cose per me è una cosa naturale ormai. Quando ti parlo, o quando dobbiamo registrare, penso a come esprimere i sentimenti del sole che splende ad esempio, non è una cosa che faccio sempre, ma dato che l’ho fatto per molto tempo riesco a catturare naturalmente determinati momenti e trasformarli in parole o paesaggi. Raramente riesco al primo colpo, in un certo senso accumulo le varie esperienze. Spesso trovo inspirazione da libri o film. È così che si può dare vita a nuove cose.
JM: Quindi capita anche a te di bloccarti mentre stai lavorando?
RM: Sempre!
JM: Cosa fai quando succede?
RM: Ho un mantra che ripeto da tempo. Si chiama “3B”. Le tre B stanno per “Bus”, “Bath” e “Bed”, quindi sono bus, bagno e letto. Per farti capire, conosci l’esclamazione “Eureka”? Archimede stava cercando di capire come fare a calcolare il peso della corona del re e aveva scoperto una soluzione cadendo nella vasca da bagno. È il trucco più vecchio del mondo. Per fare un esempio, ci si ritrova a riflettere sulla melodia o sul testo e quando si pensa troppo chiuso nello studio, non importa quanto ti scervelli in quella piccola stanza, quando sei bloccato non ti puoi aspettare di avere improvvisamente un colpo di genio. Forzare la cosa non ha senso. Prendi i fumetti di arti marziali, sai che si può lanciare una rete tra il cielo e la terra? Ecco io getto la rete dei pensieri, con tutte le mie riflessioni sui diversi temi, ma questa rete, se sei chiuso nel tuo studio, non riesci a recuperarla, ed è qui che entrano in gioco le 3B. Le tre B indicano i luoghi dove la gente è maggiormente inspirata, in molti casi è così. Quando sei sdraiato a letto, mentre ti fai un bagno o quando sei sul pullman e fissi fuori dal finestrino. In questi casi non è che si abbia un’idea improvvisa, ma hai la possibilità di espandere la rete dei pensieri e quando permetti al tuo cervello di prendersi una pausa, in quel momento, tutti i pensieri si sistemano e nel processo improvvisamente trovi l’ispirazione.
JM: Lo fai senza pensarci?
RM: Sì, sono sicuro che anche a te siano venute delle idee mentre eri sdraiato a letto.
JM: Al riguardo ho un episodio che vorrei raccontare, una volta RM mi ha detto di andare a fare una passeggiata, quindi ho camminato per due ore, da Sinsa-dong a Apgujeond Rodeo, ma tutto ciò che ho ottenuto sono state delle gambe doloranti [ride]. Ho camminato senza pensare e dandoti la colpa. È stato bello, ma non avevo dietro neanche i soldi per un taxi perché volevo camminare, ho camminato due ore per tornare a casa. Camminavo pensando che mi sarebbe venuta qualche idea.
RM: Quello che intendevo io è che quando si hanno troppi pensieri fa bene una ventata d’aria fresca. Ma non funziona sempre.
JM: Vorrei parlare con te della title track. “Life Goes On” ha subito numerose modifiche, tutti i membri hanno apportato delle migliorie durante le registrazioni, funziona sempre così per la title track. È stata soggetta anche di numerosi mixaggi. Quale pensi sia l’aspetto più importante quando si mixa una canzone?
RM: Sotto questo aspetto sono come te, l’unica persona con una buona conoscenza in questo campo è Yoongi, tutti gli aspetti professionali come la frequenza, gli spazi vuoti, io non ho alcuna conoscenza specifica in questo ambito. “Life Goes On” ha subito numerose modifiche, volevamo che fosse confortante. Quando viene trasmessa nei supermercati o in radio una canzone deve raggiungere un punto che riesce a catturare l’attenzione. La compagnia ha parlato molto di questo aspetto, di come potesse catturare l’attenzione ad esempio quando viene passata in radio. In questa canzone riuscire a fare questa cosa è stato per me particolarmente difficile, e se anche in questa canzone non viene raggiunto quell’apice, volevo che le persone potessero ascoltarla e trarne conforto ogni volta che ne avessero bisogno. Quest’aspetto era per me molto importante, non volevo che spiccasse troppo, la versione che abbiamo oggi di “Life Goes On” è un compromesso tra l’idea della compagnia e la mia.
JM: È stata la prima volta che la pensavamo tutti allo stesso modo. Ne abbiamo parlato molto con la compagnia.
RM: Alla fine è venuta fuori bene. La cosa più importante per me nel mixaggio è far si che la canzone rispecchi quello che volevamo quando la ascoltiamo.
JM: Da ora in poi lavorerai agli album insieme ai membri, e mostrerai anche alcuni dei tuoi lavori. C’è qualcosa che vuoi fare in particolare? Che genere di musica ti piacerebbe fare? Ti piacerebbe, ad esempio, lavorare con Jimin?
RM: Sarebbe fantastico, mi piacere anche lavorare con Jimin, a volte ho bisogno di lavorare con lui.
JM: Abbiamo in programma qualcosa, ma non ci sono ancora novità.
RM: La mia rete dei pensieri non è ancora tornata da me, ma comunque vorrei davvero lavorare con Jimin, non ho avuto l’occasione di lavorare neanche con Jin, quindi sto pensando di fare qualcosa con loro due, prima dei trent’anni.
JM: Esatto finché sei ancora nei tuoi vent’anni, perché penso ci siano ancora storie da raccontare a quest’età.
RM: Sì esatto, spero di lavorare insieme. Sai, anche se riascoltandolo in futuro dovesse sembrarmi un lavoro grezzo, voglio comunque lavorarci su ora. Si può sempre riprovare ad esprimere quello stesso sentimento in futuro. Ad essere onesto, c’è qualcosa a cui sto lavorando, e penso che ci lavorerò ancora per febbraio.
JM: Puoi dirci qualcosa sul genere?
RM: Faccio questo lavoro da diverso tempo, prima credevo che le canzoni fossero come diari e nascessero dagli strascichi delle mie emozioni, per questo ho rilasciato “Mono”. Nel mixtape ho raccontato del mio senso di inferiorità, e ho parlato di molti sentimenti poco piacevoli. Adesso ho superato quella fase, sto affrontando il capitolo successivo. Io non ho la patente, ma sono stato in macchina con i miei amici, e andare in macchina insieme oggi giorno ha il suo significato, no? Quando salgo in macchina e ascolto la musica, non c’è niente di meglio. Prima non mi sentivo così. Prima ascoltavo la musica mentre camminavo e andavo in pullman mentre andavo al lavoro. Ascoltavo musica quando la creavamo noi o quando dovevamo ballare. Ascoltavo musica quando ne avevo voglia, ma c’è un motivo per cui le persone accendono la musica quando fanno un giro in macchina. È piacevole. Anche se non riesci a seguire perfettamente il testo, anche se non è nulla di grandioso la musica contribuisce a creare dei bei momenti. Una cosa che ho scoperto è che mi piacerebbe far musica bella da ascoltare mentre si fa un giro in macchina con gli amici. Sono arrivato a questa conclusione.
JM: Quando sei in macchina non ti comporti come se fossi in un video musicale? Tu non lo fai?
RM: Onestamente lo faccio sempre.
JM: Penso che molte persone lo facciano.
RM: Penso di aver girato almeno 5000 video musicale da solo in pullman.
JM: Io l’ho sentito da RM e ho girato moltissimi video mentre tornavo a casa da scuola.
RM: Quando ascolto le ballate mi sento come se stessi girando il film “Le pagine della nostra vita” oppure “Christmas in August”. Se invece sto ascoltando qualcosa tipo “Wu-Tang Clan” anche se ho davanti a me un lottatore di UFC mi sento come se potessi vincere. Oggi indossano tutti le cuffiette quando sono in giro, è difficile trovare cuffiette con il filo oggi giorno, ma se guardi l’espressione sul volto delle persone, o il modo in cui camminano, riesci a capire che genere di musica stanno ascoltando, è una cosa davvero interessante.
JM: La mia intervista per oggi finisce qui, ma ho imparato molte cose.
RM: Io imparo sempre nuove cose da questo genere di interviste.
JM: Mi sono divertito molto oggi, adesso è il momento del Jjim Quiz.
RM: C’è un quiz?
JM: Vuoi che ti faccia un quiz? Allora, questa canzone è molto rappresentativa della BTS School Trilogy, è stata la pietra miliare della School Trilogy, di che canzone si tratta?
RM: E’ per caso “School of Tears”?
JM: No, mi dispiace ma era “No More Dream”.
RM: Oh, era “No More Dream”. Comunque, per concludere, è grazie a persone come Jimin che sono riuscito a divertirmi ed ero sereno mentre scrivevo i testi, quindi vorrei ringraziarti.
JM: Ti ringrazio. Questa intervista mi ha fatto riflettere sulle cose che vorrei fare e provare in futuro. Ho apprezzato molto questo tempo speso con te. Spero che tu possa continuare a fare bene in futuro.
RM: Così sembra come se fossimo due sconosciuti. Sono ansioso di vedere cosa farai in futuro.
JM: Abbiamo finito. Grazie!
RM: Grazie!
Traduzione a cura di BTS Italia | @BTSItalia_twt (Katia). Prendere con crediti.
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