COME I BTS STANNO CONQUISTANDO IL MONDO
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COME I BTS STANNO CONQUISTANDO IL MONDO

10 Ottobre 2018

La boyband che arriva dalla Corea e che conquista sempre più attenzione in Occidente.

È la sera di un lunedì di settembre, nella lussuosa suite all’ultimo piano del Ritz-Carlton di Los Angeles, e Jimin, membro del settetto dei BTS, la boyband più famosa al mondo, sta riposando in piedi di fronte allo specchio di un camerino.

Di sicuro, non lo si può biasimare. Esattamente 24 ore prima Jimin (22), Jin (25), Suga (25), J-Hope (24), RM (24), V (23) e Jungkook (21) si stavano preparando nel backstage dello Staples Center di Los Angeles per l’ultimo dei quattro concerti sold-out consecutivi totalizzati nell’arena da 20 000 posti.

Ogni sera è una maratona composta da difficili coreografie, interludi di video musicali e spettacoli pirotecnici all’interno dell’arena accompagnati, ovviamente, dalle urla dei fan. “È davvero un onore” dice J-Hope tramite l’interprete “Siamo davvero orgogliosi del fatto che tutto ciò che facciamo trasmetta energia”.

Proprio come i Beatles e i One Direction prima di loro, i BTS colpiscono grazie ad un mix esplosivo fatto da un’estetica che colpisce al cuore, ritornelli che rimangono in testa e da coreografie in stile New Kids on the Block e *NSYNC. Tuttavia, la band, il cui nome è Bangtan Sonyeondan in coreano e Beyond the Scene in inglese, sta anche solcando territori inesplorati: i BTS non sono solo i primi artisti coreani a fare sold-out in uno stadio americano (senza contare tutti i record raggiunti in Asia), ma lo hanno fatto senza darsi in pasto all’audience occidentale. Infatti, uno solo di loro, RM, è fluente in inglese e le loro canzoni sono per lo più in coreano. Questa è un’ulteriore prova che la musica “non deve essere in inglese per diventare globale”, dice il DJ americano Steve Aoki che ha collaborato con il settetto. Il gruppo è inoltre straordinariamente attivo sui social media, sia per promuovere la loro musica, che per connettersi con i fan.

Tuttavia, almeno per il momento, il gruppo sembra avere bisogno di riposo. “Sto ancora cercando di superare il Jet Lag” ci dice Suga, uno dei tre rapper.

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Sin dalla sua genesi negli anni 90, il pop coreano (o K-Pop) è diventato sinonimo di ciò che gli studi definiscono “idol”: un insieme di pop star giovani, per bene e dalle sembianze perfette, la cui immagine è spesso controllata rigorosamente (gli idol, ad esempio, sono spesso dissuasi dal rendere nota la loro vita sentimentale, così da essere più appetibili ai fan). Tuttavia, nonostante il K-Pop sia oramai diventato un’industria da 5 miliardi di dollari, nemmeno le sue più grandi star, come Rain, Girls’ Generation e BigBang, erano riusciti a suscitare l’interesse del mercato occidentale. Colui che ha aperto questo mercato è stato PSY, un rapper sudcoreano la cui “Gangnam style” è diventata una hit virale nel 2012, grazie al suo personaggio comico ed eccentrico che lo ha portato a diventare un inaspettato (e, secondo alcuni, problematico) araldo di questo genere musicale.

Photograph by Nhu Xuan Hua for TIME


Quando i BTS debuttarono nel 2013, era chiaro che il gruppo avrebbe giocato secondo regole diverse: il gruppo è stato creato da Bang Si-hyuk, un rinnegato del K-Pop che ha abbandonato una delle etichette più importanti per crearne una tutta sua. Ha scelto delle giovani star che avevano qualcosa in più, iniziando con RM, che all’epoca faceva parte della scena rap underground coreana. Nonostante i BTS presentino degli elementi comuni agli idol, come un’ottima estetica, le difficili coreografie e le canzoni dedicate ai fan, accettano anche i loro difetti. Il loro primo singolo, “No More Dream”, parla di come i giovani coreani si sentano oppressi dalle aspettative della società; RM ha registrato un brano con Wale, in cui sottolinea l’importanza dell’attivismo, e Suga ha rilasciato un mixtape in cui parla di depressione. “Abbiamo iniziato a raccontare le storie che le persone volevano ed erano pronte a sentire, storie che gli altri non potevano o non volevano raccontare”, dice Suga “Abbiamo raccontato di ciò che gli altri sentivano: dolore, ansia e preoccupazioni”. Il gruppo trasmette questi messaggi tramite i video musicali, pieni di metafore e riferimenti culturali; tramite i loro aggiornamenti social e i loro testi musicali, che i loro fan traducono e analizzano all’interno di forum, group chat e podcast. “Quello era il nostro intento: creare quel tipo di empatia in cui le persone si possono riconoscere” continua Suga.

Di certo, aiuta anche il fatto di avere un sound molto accattivante, che fonde l’hip-hop con l’EDM e la produzione pop. Le loro recenti collaborazioni includono Desiigner e Nicki Minaj. Quest’ultima ha aggiunto un suo verso alla canzone “Idol”, le cui parole brillano nel firmamento del K-Pop “Potete chiamarmi artista, potete chiamarmi idol” recita la canzone “In qualsiasi modo mi chiamiate, non mi interessa… E non potete fermarmi dall’amare me stesso”. RM recita questo mantra, ama te stesso, che rappresenta il cuore dell’identità dei BTS e che viene anche incorporato nei titoli della loro ultima serie di album. “La vita presenta molte dinamiche, problemi e dilemmi inaspettati,” dice RM “Ma credo che la cosa più importante per vivere in serenità sia amare sé stessi. Noi stiamo ancora cercando di essere noi stessi”.

Questa combinazione di aspetti è risonata con i fan, soprattutto sui social, dove i BTS hanno raggruppato milioni di fan devoti chiamati ARMY, che rappresenta sia un acronimo di “Adorable Representative MC for Youth” (adorabili rappresentanti e portavoce della gioventù N.d.T.), che un’allusione al loro potere organizzato. Nel 2017, i fan del settetto sono saliti agli onori di cronaca per aver portato il gruppo in cima alla classifica Social Artist di Billboard, che comprende streaming, menzioni sui social e molto altro, e battendo artisti come Justin Bieber e Selena Gomez. Da allora, gli ARMY hanno catapultato entrambi gli ultimi due album dei BTS (Love Yourself: Tear e Love Yourself: Answer) in cima alle classifiche statunitensi, sud coreane e giapponesi. “Anche se c’è una barriera linguistica, una volta che la musica inizia, le persone reagiscono alla stessa maniera ovunque andiamo” dice Suga. “Sembra quasi che la musica ci unisca per davvero” aggiunge Jimin: “Noi trasmettiamo energia al pubblico e agli ascoltatori e, allo stesso tempo, traiamo energia dagli stessi”.

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Tornando al Ritz, un makeup artist sveglia Jimin dal suo sonno. Li vicino, V Canticchia qualcosa mentre i suoi capelli tinti di biondo vengono asciugati. Jungkook fa stretching al collo mentre un makeup artist applica del correttore al suo viso. RM parla con un manager, Suga indossa i mocassini, Jin, che è stato soprannominato “Worldwide Handsome” dai fan, Lascia che un assistente costumista gli sistemi la cravatta, mentre la risata di J-Hope riecheggia nella stanza.

È un raro momento di relax per i ragazzi. Nelle settimane successive, si esibiranno in altri 11 spettacoli sold-out, appariranno a Good Morning America e contribuiranno al lancio di una campagna sulla legittimazione della gioventù all’Assemblea Generale dell’ONU a New York, in cui RM parlerà di accettazione di sé stessi: “non importa chi siate, da dove veniate, il colore della vostra pelle o la vostra identità di genere: esprimetevi”.

Un’agenda simile è spaventosa, ma pei i BTS e i loro ARMY è un segno incoraggiante di ciò che spetta loro nel futuro “Lo sto solo dicendo così, tanto per dire” dice Suga “ma magari un giorno ci esibiremo al Super Bowl”.

Traduzione italiana a cura di Bangtan Sonyeondan – BTS Italia (©Bea) Prendere solo con crediti Fonte: Time – Articolo di Raisa Bruner

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