La xenofobia spesso si nasconde sotto l’aspetto di critiche verso i BTS
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La xenofobia spesso si nasconde sotto l’aspetto di critiche verso i BTS


“Ti piacerà la musica dei BTS se la ascolti senza pregiudizi”, ha detto Suga, uno dei rapper dei BTS, in un messaggio ai lettori nella rivista americana J-14 nel marzo 2018. A quel tempo, il gruppo idol coreano era già in costante ascesa nel panorama pop mainstream degli Stati Uniti. Ma la richiesta di Suga – mezza promessa, mezzo appello – viene ancora negata da un mondo occidentale che spesso insiste nell’usare un linguaggio xenofobo per parlare di una delle band più famose al mondo nel 2019.

L’esempio più recente di questo tipo di risposta è venuto dalla stazione di notizie australiana Channel 9, che ha trasmesso un segmento pieno di battute burocratiche, spesso xenofobe e di critiche sottilmente velate sul talento dei BTS. Un altro esempio viene dal comico Jimmy Carr, che riferendosi alla guerra nucleare, ha detto: “Quando ho sentito per la prima volta parlare di qualcosa di coreano esploso in America mi sono preoccupato, quindi immagino che sarebbe potuto andare peggio. Ma non molto peggio.” Il video è diventato virale ed è stato criticato dagli ARMY, ma è solo l’ultimo di una serie di commenti e battute dispregiativi che hanno seguito il gruppo pop sudcoreano da quando la loro popolarità è aumentata.

Il settetto – composto dai membri RM, Jin, Suga, j-hope, Jimin, V e Jungkook – ha debuttato nel 2013 e nel 2019 milioni di persone li rispettano. Ma anche se non sei un fan dei BTS, puoi comunque parlarne in un modo che non si rifaccia alle prospettive occidentali. Mentre i BTS continuano la loro attuale corsa verso la notorietà mondiale, è il momento di affrontare la tendenza degli inglesi (ndr persone la cui lingua madre è l’inglese) a celebrare e riconoscere il successo solo quando proviene dagli artisti di lingua inglese.

Questa tendenza non sempre assume la forma di un evidente xenofobia, ma affiora in modi più difficili da riconoscere. Viene ancora d’istinto riferirsi a canzoni di successo in altre lingue definendole “scioccanti” o “sorprendenti”. C’è una tendenza a prendere in giro a prescindere qualsiasi cosa sia popolare, specialmente quando coinvolge fan adolescenti e giovani donne, ma sembra ancora più insidiosa quando si parla di Latin pop o K-pop, o di qualsiasi tipo di musica popolare che non sia principalmente cantata in inglese.

C’è una convinzione di fondo per la quale sembrerebbe del tutto naturale per gli artisti di lingua inglese espandersi su scala globale, esibirsi in tour mondiali ed essere in vetta alle classifiche di dozzine di paesi. Nessuno si chiederebbe mai perché cantanti come Shawn Mendes e Justin Bieber, entrambi canadesi, ricevano un successo così travolgente in paesi non di lingua inglese e siano presi sul serio come artisti dai media e dall’opinione pubblica. Queste pop star sono affascinanti, le loro canzoni sono ben scritte e ben prodotte, e l’entusiasmo dei loro fan internazionali è la prova che la musica pop va oltre la barriera linguistica – non sembra nemmeno una coincidenza che entrambi abbiano abbracciato l’influenza della lingua spagnola, anche con delle collaborazioni (Shawn con Camila Cabello su “Senorita” e Justin con il suo verso su Luis Fonsi e”Despacito” di Daddy Yankee)

Quando i BTS (o altre star del K-Pop come le BLACKPINK, gli NCT 127 e le Twice) hanno raggiunto le stesse metriche nell’industria musicale, riuscendo in paesi in cui il coreano non è comunemente parlato, non sono stati immuni ad una piccola dose di derisione. Solo nella prima metà del 2019, i BTS hanno partecipato ai Grammy sia come candidati (ndr ‘Love Yourself Tear’ nella categoria Best Recording Package) che presentatori, hanno lanciato un album che ha debuttato al numero 1 di Billboard ed hanno ottenuto il loro secondo disco di platino, hanno fatto un tour mondiale durante il quale hanno fatto sold out per due notti al Wembley Stadium di Londra. I sette membri sono stati persino invitati a diventare membri votanti della Recording Academy. Quando i BTS hanno vinto il premio Top Social Artist nel 2017, è stato con 300 milioni di voti da parte dei fan, ed hanno battuto Shawn, Justin, Ariana Grande e Selena Gomez.

Eppure, vittorie come queste sono spesso disseminate sui social media con commenti razzisti e xenofobi, sminuendo il gruppo con commenti quali “questi asiatici del c***o” e “Asian One Direction.” Dopo i BBMAs del 2017 quando i BTS hanno vinto il premio Top Social Artist, superando Justin Bieber, vincitore per 6 anni in quella categoria, Twitter era pieno di commenti che affermavano che nessuno sapeva chi fossero i BTS e che quel premio non avrebbe fatto in modo che l’America avrebbe iniziato ad ascoltare il K-pop (… Abbiamo delle buone notizie per voi!). Un utente ha persino protestato perché gli artisti americani non partecipano alle premiazioni coreane (il che, è un falso reclamo – vedi: Charlie Puth agli MGA) e perché, secondo l*i, gli artisti coreani non dovrebbero essere invitati agli eventi come i BBMAs.


Nel frattempo, i critici occidentali risultano ancora confusi sul motivo per cui questi artisti siano così popolari, così che spesso implicano che non deve essere la musica (a piacere), ma l’aspetto degli artisti o la mancanza di maturità dei fan. La scorsa primavera, Roman Kemp di Capital FM ha detto a Metro UK che non crede che il clamore intorno ai BTS riguardi le loro capacità musicali “Quando vedi band del genere che creano questa ‘fandomania’ … (I fan) sono lì per la musica, o sono lì per l’aspetto dei ragazzi?” interroga Kamp. Ma lo stesso conduttore radiofonico ha alimentato quella “fandomania” in passato, quando ha invitato nel suo show ruba cuori inglesi come gli ex membri degli One Direction, i Jonas Brothers e Shawn Mendes, che condividono suoni musicali simili e demografia dei fan in gruppi come BTS.

Il modo in cui parliamo della musica pop cantata in coreano, o giapponese, o spagnolo, o in qualsiasi altra lingua – che si tratti di un razzismo ovvio o più indiretto – deve cambiare. Secondo YouGov Omnibus, il 50% degli americani nel 2018 ha dichiarato di “divertirsi” con una canzone cantata in una lingua che non capiscono. Ad aprile, un papà bianco è diventato virale per aver copiato “Boy With Luv” con la figlia diciassettenne; altrove, le famiglie di tutto il mondo si sono lanciate nella sfida dance di “Idol” del 2018. Non c’è mancanza di fan e di crescente accettazione da parte di ascoltatori non coreani di questi artisti internazionali, ma comunque le battute continuano oltre la solita dose di condiscendenza da parte di persone a cui piace criticare ciò che è popolare. Ma alla fine del gioco, non c’è alcun vantaggio nell’escludere gli artisti non di lingua inglese dalla conversazione. La musica pop, come letteralmente qualsiasi altra cosa, non può che migliorare se il campo di gioco è più ampio e diversificato nelle persone e nelle prospettive.

Quando fingi deliberatamente di essere ignorante in qualcosa che non capisci, semplicemente perché non lo capisci e non prendi provvedimenti per familiarizzarci, stai perpetuando un problema. Sì, i BTS si esibiscono in coreano e sono vocalist altamente qualificati, rapper, ballerini, cantautori e produttori musicali. I membri dei BTS sono artisti seri, non nonostante siano coreani e non nonostante abbiano giovani fan, ma anche per queste ragioni. Il rifiuto di metterli sullo stesso piano degli artisti pop di maggior successo in lingua inglese è a questo punto segno di un’ignoranza intenzionale.

Fortunatamente, la musica è una di quelle esperienze umane comuni che ha la capacità di colmare le lacune delle barriere linguistiche. Se anche tu lo pensi, ma sei ancora perso su come i BTS siano diventati tali juggernaut (ndr forze incredibili), forse puoi trarre beneficio dall’attitudine che ha il gruppo nelle interazioni con gli altri. In una live del mese scorso, j-hope ha spiegato che non poteva fare a meno di pensare che se il suo inglese fosse stato migliore, sarebbe stato più divertente fare le interviste e comunicare con altri artisti negli Stati Uniti. “Ma a pensarci bene…“, ha detto, in coreano, a 5.5 milioni di spettatori “Anche se non posso parlare la lingua (inglese), posso comunicare con gli altri. La sincerità funziona sempre. In ogni senso.

Fonte: TeenVogue Traduzione italiana a cura di Bangtan Sonyeondan – BTS Italia (Naive~) Prendere solo con crediti.


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