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[TRAD ITA] Be-hind Story - j-hope (intervistato da V)

Aggiornamento: 1 apr 2021

[V intervista j-hope]


[Nelle prime battute, V e j-hope scherzano su quanto siano onorati di essere di fronte l’un l’altro]


V: Allora j-hope, durante la creazione di “BE” hai lavorato su molte delle canzoni dell’album, vero?

JH: Si, corretto.


V: Hai creato tu le canzoni per l’album?

JH: Beh, vista l’attuale pandemia, ho avuto molto tempo da dedicare a questo progetto. E’ stata la prima volta in cui sono stato coinvolto così pesantemente nella produzione dell’album. In genere, è molto difficile produrre canzoni… In questo periodo ho invece scritto molto. In realtà però, non l’ho fatto con l’intenzione di includere i brani in questo preciso album. Non ho pensato a creare della musica che poi potesse eventualmente riflettere lo stile dei BTS per inserirla nell’album, ma piuttosto ho scritto di messaggi e storie di cui avrei voluto parlare io, e in qualche modo… uh… sono stato molto fortunato, visto che molti pezzi sono stati inclusi in “BE”. Devo dire di essere molto soddisfatto.


V: Hai detto di aver prodotto molto...

JH: Si.


V: Hai ancora dei file (inutilizzati)?

JH: Si, ne ho ancora molti!


V: C’è una canzone (tra quelle non incluse in BE) a cui sei particolarmente legato?

JH: Una a cui sono particolarmente legato? Sarebbe… A dire il vero, ce ne sono molte! Vorrei mostrare al pubblico qualcosa in più sul mio stile personale, per questo le sto conservando. Ho il sogno di farci qualcosa di fantastico un giorno.

V: Con quelle canzoni?

JH: Si.


V: Una volta ti ho contattato dopo l’uscita dell’album, ricordi?

JH: Ah, si! Mi ricordo!


V: Ti ho detto di quanto mi piacesse “Dis-ease”, e ti ho chiesto di come ti sentissi a riguardo. Credo che la canzone rispecchi davvero te stesso, i tuoi colori e il tuo modo di essere. Mi è davvero piaciuta, e mi ci sono ritrovato. Mentre lavoravi alla canzone, stavi pensando ad un’emozione o situazione precisa?


JH: Il titolo della canzone, "Dis-ease", è perfettamente in tema con la situazione che stiamo vivendo attualmente. Il titolo potrebbe essere inteso come “bottiglia di vetro” o come vera e propria malattia. La canzone è un doppio senso. La malattia a cui pensavo mentre la scrivevo, era quella mentale. In quel momento ero in una situazione in cui, nonostante fossimo in pausa, per altro una pausa che desideravo da tanto, mi sentivo a disagio. Continuavo a pensare “perché mi sento così a disagio?” e sono arrivato a pensare che si trattasse di una vera “malattia occupazionale”. Continuavo a sentire il bisogno di fare qualcosa, come ad esempio creare musica o ballare. Queste pressioni psicologiche erano talmente naturali che ho si pensato si trattasse davvero di una condizione psicologica. E’ così che ho iniziato a creare la canzone. Ho iniziato partendo dall’idea di “rompere” la malattia: “Combattiamola e andiamo avanti con la nostra vita”. Alla canzone si sono poi aggiunte le fantastiche voci dei nostri cantanti, e i pensieri personali di Yoongi e Namjoon. Abbiamo creato una canzone che rappresentasse il nostro stato d’animo durante la pandemia. Come saprai, il nostro stile, il modo in cui la canzone è suddivisa…


V: Ah, si.

JH: Possiamo decidere di seguire le indicazioni di PD…

V: O di registrarla noi personalmente.

JH: Esatto.


V: Tu hai deciso di registrare personalmente “Dis-ease.” Com’è andata? Com’è stato lavorarci da solo?


JH: Per questa canzone, ho deciso di occuparmi da solo della registrazione, basandomi sulle linee vocali per la mia parte rappata. Ho deciso di usare quelle, invece che le linee originali, perché erano 5 ottave più alte rispetto al mio lavoro originario. Quindi ho pensato sarebbe stato meglio lavorare direttamente nella chiave corretta. Tuttavia, il sentimento che volevo esprimere non era del tutto presente, quindi ne ho discusso con il producer, e abbiano deciso di tenere le linee vocali, che sono risultate andare benissimo con il tono. Gli ad-lib sono stati registrati da tutti i membri. Abbiamo pensato di provare a registrare la canzone aggiungendo gli ad-lib, cosa che ho fatto io per intero. Quando sei tu a registrare, hai la possibilità di migliorare il risultato, perché sei più attento sia nell’ascolto, nel prendere decisioni, che nell’editing della canzone. In questo modo, il risultato finale è migliore, e tu hai modo di migliorare come produttore.


[V confessa a j-hope di essere da sempre suo grande fan e di apprezzare molto le sue performance]


V: Mentre lavoravi su quest’album, sentivo questo incombente bisogno di ballare su “Dis-ease”. Hai una performance in mente per questa canzone?


JH: A dire il vero, per questa canzone ho solo pensato al messaggio che volevo trasmettere e al tipo di musica che volevo creare, quindi non ho mai davvero pensato ad una performance per accompagnarla. Ma se mai dovessi avere l’opportunità di esibirmi con questo pezzo, beh… ti ho già parlato del doppio senso del titolo, no? Beh, potremmo giocare con quello e usare una bottiglia di vetro, potremmo creare un set con il vetro... Beh, in realtà ci ho pensato spesso! Saremmo all’interno di questa bottiglia, senza ballare, e all’ultimo romperemmo la bottiglia per uscire!


V: j-hope, tu hai contribuito ai testi di diverse canzoni, a parte "Dis-ease", vero?

JH: Si.


V: C’è qualcosa a cui pensi particolarmente quando componi? La tua risposta a questa domanda potrebbe aiutarmi.


JH: Essenzialmente, quando compongo penso soprattutto a cosa sto provando in quel momento. Quando ho intervistato Jung Kook, lui mi ha invece detto che preferisce creare una situazione ipotetica quando scrive, piuttosto che basarsi sulla sua esperienza, e questa cosa mi ha davvero interessato perché io non ci riuscirei mai. Per me si tratta di concentrarmi sulle mie esperienze e sui miei sentimenti. Al di là di tutto, credo comunque che sia importante focalizzarsi sulle parole chiave. Ad esempio, per “Blue & Grey” abbiamo parlato dei rinoceronti grigi, che è anche una metafora usata nell’economia. Ho fatto delle ricerche, e ho scoperto che il termine viene usato per descrivere una situazione di pericolo… “rinoceronte grigio” è un termine che si utilizza quando sai che il pericolo è vicino, ma lo ignori. Quando uso il termine, penso a quando devo fare i conti con me stesso, con il mio lavoro che presenta tanti pericoli. Questi pericoli mi accompagnano ovunque vada, quindi invece che temerli, li affronto. Quando scrivevo "Blue & Grey" volevo trasmettere questo messaggio. Continuando ad approfondire i diversi significati lessicali, ho realizzato quali fossero i lati più affascinanti dello scrivere le canzoni. È un lavoro difficile, ma io continuo a studiare e a provarci. Mio padre era un insegnante di letteratura, e io da bambino non mi concentravo nei miei studi. Ora invece lavoro duramente per migliorare in ciò che faccio, ovvero esibirmi e fare musica. Quando ho letto il testo, l’espressione “rinoceronte grigio” mi ha colpito. Tuttavia, non potevo usarla solo perché suonava bene con il resto. Quindi, mi sono dovuto mettere a ricercare e studiare. È un aspetto su cui sto lavorando e su cui ho ancora molto da fare. Quando ho letto quella frase, non conoscevo tutti i suoi significati, pensavo fosse solo una frase accattivante che si sposava bene con il resto del testo. SUGA aveva parlato del “blu”, invece Namjoon del “grigio”. Io ho cominciato a fare ricerca e quando ho letto il significato di “rinoceronte grigio” sul dizionario, ho scritto il testo.


V: Hai anche partecipato a “Fly To My Room”, c’è una motivazione precisa che ti ha spinto a voler prendere parte proprio a questo brano?


JH: Oh, beh…quando ci siamo divisi in gruppi, ho deciso di voler fare qualcosa di diverso. La scelta era tra una canzone EDM e “Fly To My Room”. In passato avevo lavorato su canzoni vivaci, EDM o house, come "Just Dance" e questa volta volevo provare qualcosa di nuovo, qualcosa di più groovy. Mi ricordo di averne parlato con gli altri e di aver detto esplicitamente “voglio davvero lavorare su questa”, e gli altri mi hanno compreso, dandomi la possibilità di lavorare sul pezzo. Era un brano sul quale volevo davvero lavorare, quindi mi sono divertito. Mi piaceva anche il titolo, quindi mi sono davvero divertito. (Durante il processo di scrittura) mi sono chiesto: se davvero volassi nella mia camera, che cosa vedrei da quella prospettiva? Cosa proverei? Cosa farei in quella situazione?

Ho provato ad esprimere tutto questo nella canzone, in maniera molto candida.


V: Ho sentito che mentre lavoravi a "Dis-ease" hai chiesto una mano a Namjoon e Jimin. Come mai?


JH: Sarebbe bellissimo se fossimo in grado di risolvere tutto da noi, no? Ma poi penso, “Non è proprio questo lo scopo di un team?” Quando ci sono delle parti che non suonano o per la quale ho bisogno di aiuto, chiedo a qualcuno di noi. Jimin mi ha aiutato con la melodia generale del bridge di "Dis-ease", che poi io ho sistemato, mentre per il testo ho chiesto al nostro leader perché volevo che il testo di quella sezione fosse energico e non qualcosa di troppo semplice. Non riuscivo a venirne a capo da solo, quindi ho pensato, “Perché non chiedere a Namjoon?” che in genere si occupa dei testi nei nostri album. Credo che la nostra collaborazione abbia funzionato, portando alla creazione del bridge. Credo che lo rifarò in futuro (chiedere aiuto agli altri membri, N.d.T.)


V: Vorrei chiederti qualcosa sui tuoi progetti, sia passati che presenti, e sulle canzoni che vorresti fare. Cosa vorresti creare?


JH: Credo che quello non cambierà mai: le mie emozioni, i miei sentimenti, i messaggi che vorrei trasmettere… Voglio continuare a incorporare tutto questo nella mia musica. Voglio continuare su questa linea d’onda e aggiungere sostanza, creando una “persona” perfetta. Un album è una “persona”! Al di là del genere (musicale), vorrei esprimere ciò che non ho ancora espresso, parlare di qualcosa di cui non ho ancora parlato. Sto lavorando a questo al momento. Se mai ci sarà la giusta opportunità, nel giusto momento, vorrei condividere tutto questo con tutti, inclusi i nostri fan.


V: Osservandoti durante tutta l’intervista, ho notato che avevi un costante sorriso mentre parlavi di musica. Quando l’ho notato, ho pensato a quanto amassi davvero la musica.


JH: Beh, a dirla tutta mi sono avvicinato alla musica tramite la danza, quindi sono ancora alle prime armi quando si parla di (creare) musica. Ogni volta che se ne parla, tendo a diventare un po’ più cupo, un po’ più modesto, perché non ho ancora raggiunto il mio massimo potenziale. È diverso per ognuno di noi: tutti abbiamo standard differenti, quindi non saprei come spiegarlo a parole…


V: Sai, quando siamo in pubblico, abbiamo sempre la stessa posizione. Io e te siamo sempre ai lati opposti, quindi in questi anni non ho mai davvero potuto soffermarmi sul tuo viso e le tue espressioni (durante le interviste). Oggi, intervistandoti, ho potuto davvero vedere la tua felicità nel parlare di musica. Prima hai detto che tendi ad essere modesto quando parli di musica ma, onestamente, se avessi le tue capacità, io sarei fiero di me. Andrei in giro a testa alta.


JH: Oh, che esagerazione… Grazie!

V: L’intervistatore Kim Taehyung vi ringrazia.


Traduzione a cura di BTS Italia | @BTSItalia_twt (Bea). Prendere solo con crediti.

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