Intervista Weverse ‘Proof’ - Jin
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Intervista Weverse ‘Proof’ - Jin

Aggiornamento: 7 gen 2023

Jin: “Vivo la mia vita soltanto grazie alla felicità degli ARMY”

Quando gli si ricordano i risultati ottenuti, Jin risponde dicendo quanto è grato agli altri membri. Quando gli si fanno domande riguardanti le difficoltà affrontate, si fa una bella risata prima di parlarne, come se non fosse nulla di che. Quello che sto cercando di dire è che è proprio una brava persona.



Il tuo dito va meglio?

Va molto meglio adesso. (ride)


Hai dovuto fare attenzione anche durante la performance ai Grammy Awards. Guardarti mi ha messo ansia.

Era già passato un po’ dall’incidente, a quel punto, quindi non faceva così male. Ma mi avevano detto che avrei potuto farmi nuovamente male se l’avessi battuto violentemente, quindi ho cercato di fare attenzione ad ogni movimento, giusto per stare sicuri. Davvero, non faceva male. Dato che siamo sempre molto concentrati sull’esibizione quando siamo sul palco, a volte sbattiamo l’uno contro l’altro quando giriamo o cose del genere. Se fosse successo, avrei potuto avere bisogno di un altro intervento. Sono stato seduto per evitare che succedesse, non perché ci fosse il pericolo che la mia mano toccasse qualcosa. Dovevo stare attento perché se ci fosse stato qualche altro problema non sarei riuscito a fare nessuna delle altre cose che avevamo in programma.


Eri un po’ lontano dagli altri membri e giocavi un ruolo di supporto all’inizio della vostra performance ai Grammy, ma successivamente ti sei unito a loro e avete ballato insieme. Come ti è sembrato guardare i membri da lontano?

Erano molto fighi. Ci sono un sacco di bravissimi artisti, ma questa è stata la prima volta in cui mi sono trovato nella posizione di vedere un’esibizione degli altri membri di persona, e per me sono stati i migliori di tutti. Mi è sembrato di capire il perché le persone diventino fan. Mi sono esibito anche io in molte canzoni a Las Vegas, ma tra l’una e l’altra, è sembrato anche a me di guardare un concerto dei BTS, guardando i BTS e guardando gli ARMY.


Quindi eri al centro dell’attenzione sul palco, ma allo stesso tempo guardavi sia il gruppo che gli ARMY da lontano.

Quando giochi ai videogiochi, a volte devi scegliere tra attacco e difesa. Mi sono sentito come se stessi giocando sia in attacco che in difesa, al concerto. (ride) Mi è sembrato di star facendo entrambe le cose, senza che nessuna prevaricasse sull’altra. Ero molto giù perché non ero in grado di esibirmi per gli ARMY e triste per me stesso, a causa dell’incidente, ma in un certo senso è stata un’esperienza totalmente nuova che molto probabilmente non mi ricapiterà di fare mai più.


Come ti sei sentito nel vedere gli ARMY ad un concerto per la prima volta dopo due anni?

Prima che iniziasse il nostro primo concerto a Los Angeles, continuavo a ripetere agli altri membri: “Che faccio se mi viene da piangere appena salgo sul palco?”. Ho cercato di non farmi sopraffare dal sentimentalismo, ma ci sono stati momenti durante il concerto in cui magari c’era qualche membro che parlava e io non facevo altro che fissare gli ARMY. Ho amato quella sensazione. Ho pensato veramente: “Wow, è pazzesco, è proprio come un film. Sì, questa è stata la mia vita fino ad ora”. Ma ce l’ho messa tutta a trattenere quelle emozioni perché altrimenti non sarei stato in grado di mantenere un atteggiamento professionale durante le esibizioni.


Si può dire che fare cose come presentarsi alla fine del concerto con una pettinatura buffa è il tuo modo di esprimere i tuoi sentimenti nei confronti degli ARMY?

Lo faccio perché so che agli ARMY piace. Anche se dura poco, loro lo trovano divertente. Se a loro piace, allora piace anche a me. Voglio dire, non è che uno ride da solo. Ridiamo tutti insieme. Mi mancava questo scambio reciproco. Ma non l’ho potuto fare a Las Vegas. Eravamo così impegnati nel prepararci che avevo finito le idee (ride) quindi ho capito come si sentono gli autori che si occupano di progettare il concerto: “Oh cavolo, e adesso che faccio?” (ride) Devo pensare a qualcosa di totalmente nuovo per il prossimo tour.


Il modo in cui hai continuato a portare avanti, in così tanti modi diversi, la tua parte durante i concerti, anche dopo aver subito un infortunio, sembra aver impressionato molti. j-hope ha mostrato il grandissimo rispetto che nutre nei tuoi confronti per l’influenza positiva che hai sul gruppo durante i concerti.

Come ha detto, ce l’ho messa tutta per perdermi il meno possibile dei concerti, nonostante l’infortunio. Ciò per cui sono molto grato a Hobi, ma allo stesso tempo mi fa sentire un po’ in colpa è che- di fatto, non ho partecipato totalmente alla performance, quindi non mi merito affatto questo tipo di rispetto, ma gli sono molto grato per il complimento e per le belle cose che ha detto su di me. Ho sempre saputo che j-hope fosse proprio un bravo ragazzo, ma questo me l’ha confermato. Il fatto che sia riuscito a comprendere la mia situazione e si sia comunque complimentato con me per il duro lavoro mi fa sentire dispiaciuto e grato allo stesso momento.


È impressionante il modo in cui siete in grado di fare affidamento sulla fiducia che avete l’uno nell’altro. Mi ricorda una strofa di “Yet To Come”, da Proof: “Molte cose sono cambiate ma si può dire che tutto è rimasto uguale”.

Anche io credo sia impressionante. Sono tutti molto ambiziosi, ma allo stesso tempo penso di potere dire che non lo sono così tanto. Collettivamente, sono molto ambiziosi per quanto riguarda il gruppo, ma hanno messo da parte le loro ambizioni personali a volte, credendo che il gruppo venisse prima di tutto il resto. Sono più colpito che grato e mi chiedo come questo sia possibile, ma comunque, tutti mettono il gruppo al primo posto. Sono grato per il fatto che tutti hanno fatto qualche sacrificio personale per soddisfare al meglio le esigenze del gruppo e penso che Namjoon sia stato fantastico per essere riuscito a coordinare così bene tutto e tutti.


Che cos’è che vi permette di mantenere questo tipo di atmosfera?

Penso sia semplicemente perché tutti mettono il gruppo prima di loro stessi. E lavorare come gruppo di sette persone è molto meglio sia per la nostra felicità che per l’intrattenimento degli ARMY, il che a sua volta ci fa concentrare di più sul gruppo. Penso che siamo riusciti a fare concerti di quella proporzione e siamo riusciti a salire sul palco dei Grammy perché funzioniamo come gruppo di sette. Ci sono cose che puoi fare e delle gioie che puoi vivere solo se sei in gruppo.


Sono sicuro che la sorpresa di compleanno che gli ARMY hanno organizzato per te al concerto di Los Angeles sia un esempio di ciò di cui parli.

Proprio così! Quella sorpresa è stata qualcosa che ho potuto vivere solo grazie a tutto quello che abbiamo fatto come gruppo e che ci ha portati a quello che siamo oggi. Ero sinceramente commosso, come non lo sono mai stato finora. Onestamente, dove altro avrei potuto vivere una cosa così commovente? 50.000 persone che cantano buon compleanno, e lo stanno cantando proprio a te. È stato come essere il protagonista di un romanzo. E pensare che, quando abbiamo debuttato, sarei stato contento anche solo di fare un concerto davanti a 3.000 persone.



Per lo stesso motivo, probabilmente sarebbe stato impossibile per te fare qualcosa per così tante persone se la tua vita avesse preso un altro corso. È incredibile il modo in cui organizzate eventi per i vostri innumerevoli fan, come il modo in cui hai preparato cosa dire in occasione di “Super Tuna”, durante la VLIVE per il tuo compleanno.

Sono il tipo di persona che è a suo agio quando deve parlare con qualcuno, sostenere una conversazione, ma quando mi si mette da solo davanti ad una telecamera può capitare che per un po’ non sappia cosa dire, al punto che penso sia incredibile che alcune persone facciano live da soli. Quindi ovviamente pianifico tutto in anticipo. A volte penso che sarei stato molto bravo nel pianificare se fossi diventato un impiegato. (ride) Quello che voglio dire è che adoro divertirmi con gli ARMY. Probabilmente non ci sarebbe motivo che io facessi nulla se non fosse per gli ARMY. Avrei potuto fare uscire “Super Tuna” il 4 dicembre di quest’anno, ma sono contento di averlo già fatto. Non pensavo che alle persone sarebbe piaciuta così tanto “Super Tuna”. Credo si possa dire che io abbia fatto una cosa simile ad un impiegato che propone qualcosa al capo e che riceve la sua approvazione. (ride) È davvero una bella sensazione.


È come dire che, facendo cose come VLIVE o “Super Tuna”, tu stia cercando di fare qualcosa per gli ARMY.

Come ho detto prima, mi piace giocare ai videogiochi. I giochi devono essere aggiornati perché siano interessanti, anche se il giocatore non lo chiede. Penso che anche noi siamo così. Così come io sono felice quando gioco ai videogiochi, gli ARMY sono felici nell’essere nostri fan. E sono felici quando ascoltano la nostra musica o quando si godono i nuovi contenuti. Cerco di pensare agli ARMY come a dei giocatori. Questo mi porta a volere che siano soddisfatti.


Qual era lo scopo di “Yours”, la canzone che hai cantato per il drama TV Jirisan?

In quel periodo il gruppo non si stava esibendo molto, per cui ho pensato che agli ARMY facesse piacere avere una nuova canzone da poter ascoltare. Non era il massimo pubblicare una canzone così dal nulla, ma mi era stato raccomandato questo progetto, così decisi di parteciparvi. Per usare un’altra analogia da videogiochi: spesso i personaggi di un gioco hanno i propri compiti e le proprie statistiche. E anche se ci sono frequenti aggiornamenti per l’intero gioco, ci rimarrei male se il mio personaggio fosse l’unico le cui statistiche non vengano potenziate e rimangano le stesse, mentre tutti gli altri personaggi fanno un upgrade. (Ride) è così che penso alle cose che devo fare e su cui poi lavoro.


Come fai a capire quando è il momento giusto?

“Super Tuna” non è stato affatto pianificato, volevo solo andare a pescare con BUMZU, poi abbiamo deciso di scriverci una canzone sopra. In origine era una canzone completamente improvvisata. Un passatempo, hai presente? Ma anche se faccio qualcosa solo per passare il tempo, una volta che gli ARMY mi danno una reazione, non è più solo un passatempo – ora è qualcosa che faccio per divertimento. Credo che cercare di ottenere una reazione da parte degli ARMY mi aiuti a comunicare con loro.


Ogni tanto crei grandi progetti che tu e gli ARMY potete fare insieme, come il “Super Tuna” challenge, un risultato del modo in cui comunicate tra di voi. Cosa ti ha portato a realizzare di poter generare fenomeni del genere attraverso la comunicazione?

Penso risalga alla prima volta che siamo riusciti a comunicare in modo diretto, ovvero quando fu creato Weverse. Prima c’erano sempre state difficoltà quando si cercava di comunicare direttamente. Ho iniziato a divertirmi di più una volta che fu inaugurato Weverse, perché in questo modo posso avere un feedback diretto dalle singole persone. E Weverse è una piattaforma che viene utilizzata esclusivamente da ARMY e so che cercano di condividere con noi solo cose belle. Mi fa sentire più felice ed è anche più divertente.


Diresti che comunicare in quel modo ti ha reso emozionalmente più a tuo agio quando pubblichi qualcosa da solo?

Era così ogni volta che dovevo fare qualcosa, credevo fosse una questione così importante. Pensavo: “Come posso gestire una cosa di questa portata ora?” mi sentivo sempre scoraggiato, ma la mia personalità credo sia cambiata molto nel frattempo. Il cambiamento più rilevante nel mio modo di pensare è che ora, anche se c’è qualche progetto importante in corso, ora penso di poterlo affrontare. Ora quando compongo canzoni per altre persone invece di “Come faccio a gestirlo?” penso “Posso farcela!”.


C’è stata qualche motivazione particolare per cui il tuo approccio è cambiato in tal modo?

Per dirla in modo generale: ora faccio le cose quando sento di volerle fare. Ho composto “Abyss” quando volevo dire indirettamente che stavo passando un brutto momento. E ho creato “Super Tuna” perché avevo voglia di fare qualcosa mentre pescavo con BUMZU. Non sono tipo da fare le cose seguendo un programma preciso. Faccio le cose quando mi va di farle, e vale sia per le canzoni che per tutto il resto.


Hai fatto anche la versione di “Epiphany (Jin Demo Ver.)” che è inclusa in Proof perché ti andava di farlo? Si sente chiaramente che ti trovi più a tuo agio con il range vocale che hai usato in questa versione rispetto a quella precedente.

Sì, ero già entrato nel mindset “quando-voglio” in quel momento e ho impiegato all’incirca una settimana per buttar giù quella versione, anche se poi si è rivelato più difficile di quanto mi aspettassi. Il beat non si prestava molto per una melodia. Il ritornello è stata la prima cosa che ho scritto lavorando sulla melodia, ma riascoltando la versione di Proof non penso sia andata così male. (ride) Ho cercato di sentirle cinque volte in modo alternato e separatamente, ed ogni versione ha i suoi meriti ma alla fine sono arrivato alla conclusione che la versione finale di “Epiphany” è un po’ più messa a punto.


La melodia della versione studio di “Epiphany” si accorda bene con il filo narrativo dell’album e dei video musicali, mentre la melodia della versione di Proof è bella perché appare più vivace e naturale. Forse è importante fare le cose quando ci si sente di farle, no?

Esatto. Potrebbe non sembrare sensato ad altre persone, ma è fondamentale fare le cose quando si ha voglia di farle. Bisogna fare ciò che si deve quando si tratta di lavoro, ma per le cose che nessuno pretende da te credo che le si dovrebbe fare quando se ne ha voglia. Quando sono a casa se ho voglia di mangiare, mangio, se ho voglia di starmene a letto, rimango a letto tutto il giorno. Al di fuori del lavoro è così che vivo. Come ho detto, faccio le cose quando mi va di farle. Non che abbia trovato la pace interiore, ma penso di poter esprimere le cose al meglio nel momento in cui le sento, come quando sono felice o triste: posso dire alle persone di essere triste quando lo sono, e lo stesso vale per quando sono felice.


Non è una cosa facile da fare, esprimere le proprie emozioni quando le si prova, no?

Credo molte persone non riescano a comprendere il principio di fare ciò che si vuole quando se ne ha voglia, perché sentono il bisogno di pianificare tutto. Io stesso non credo di essere stato così nemmeno quando ho debuttato. In un certo senso mi piaceva pianificare le cose, ma credo che la mia personalità sia cambiata un po' perché, anche se pianifico qualcosa, i miei impegni possono cambiare improvvisamente e capitano cose inaspettate.


È questo il tuo modo di bilanciare BTS e vita privata?

Beh, non ci ho mai riflettuto in questo senso prima, ma si potrebbe dire che ho voglia di divertirmi anche da solo, senza necessariamente disturbare altre persone.


C’è qualcosa che hai voglia di fare, qualcosa che non disturbi nessun altro e che sia anche divertente?

Ho pensato di partecipare ad un variety show per divertirmi, non per il gruppo o per popolarità o per lavoro, ma solamente perché quegli show mi potrebbero mettere di buon umore. Ovviamente ci sono anche alcuni aspetti dei variety show che mettono in difficoltà, ma penso sia anche un’occasione per ridere a crepapelle sul set tutto il giorno. Ho parlato di come mi sono sentito nel guardare sia gli altri membri che gli ARMY durante lo scorso concerto, no? Quindi lo voglio fare per divertimento, sono sullo stage nel mezzo di uno spettacolo ma sto anche guardando un concerto dei BTS da vicino. Sono in un variety show, ma lo sto anche guardando da vicino.


Ma hai comunque fatto tutto ciò che potevi fare nonostante le tue condizioni, anche al concerto. Mi pare che tu sia estremamente severo riguardo il lavoro che fai con il resto del gruppo.

Devi esserlo. Penso ci sarebbero problemi se diventassi troppo indulgente con me stesso quando si tratta del lavoro che faccio con i BTS, quindi sono sempre molto severo.


Sei stato così sin dal giorno del debutto fino ad oggi. Come hai fatto ad essere così costante?

Perché è la mia felicità. Dicono che le persone non riescano spesso a trovare momenti di felicità nel lavoro che fanno in ufficio. Invece io ho realizzato che il mio lavoro mi rende felice. Penso che la ragione per cui sono riuscito a fare quel grande concerto a Las Vegas e quello ai Grammy sia stato perché lo abbiamo fatto tutti e sette insieme. In quel senso, sto vivendo la mia vita grazie alla felicità degli ARMY e devo fare queste cose per garantire la loro felicità.


Quindi vivi come ti senti di vivere, ma la tua felicità proviene necessariamente dai BTS e dagli ARMY.

Significa molto vincere ai Grammy, e speravo di riuscirci. Perché se avessimo vinto, sarebbe stato tutto merito degli ARMY. Ma sono felice, non sono triste per non averlo vinto. Quello non era l’obiettivo della mia vita. Sarebbe bello vincerne uno e continuare a vivere come sto facendo ora, perché al momento sono molto felice.


“Yet To Come” sembra suggerire che il meglio debba ancora arrivare. Ma a s mi entire quello che hai appena detto pare che ogni momento sia stato quello migliore per te.

Ogni momento è il momento migliore per me. Come può esserci qualcosa meglio di ora? È ridicolo. (ride)


Traduzione a cura di BTS Italia | @BTSItalia_twt2. Prendere solo con crediti.



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