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“E se ad un certo punto la musica non mi piacesse più?”

Aggiornamento: 29 nov 2022

Una conversazione incredibilmente onesta tra RM dei BTS e Pharrell Williams.

BTS e Pharrell hanno in serbo una collaborazione segreta – e questa è solo una delle rivelazioni svelate in questo incontro tra due superstar.


A QUESTO PUNTO del loro regno come più grande band del mondo, i membri dei BTS sono abituati ad essere venerati ed a fan nervosi. Ma quando il leader del gruppo, RM, siede di fronte a Pharrell Williams a inizio settembre, sul palco di un auditorium vuoto e protetto del Museo d'Arte Contemporanea di Los Angeles, trovarsi dall'altra parte dell'equazione lo rende nervoso. È "imbarazzante", dice RM con un sorriso, parlare del suo percorso artistico di fronte al "mio idolo".


Williams, eternamente giovane e dalla pelle liscia (non c'è bisogno di dirlo), è rilassato e propenso a chiacchierare, indossa una giacca di pelle, pantaloncini di pelle abbinati, stivali e una serie accecante di gioielli tempestati di diamanti su un polso. RM, che veste un doppiopetto marrone firmato Bottega Veneta, è più silenzioso e sembra rimuginare sulle tante domande che si è preparato.


Nonostante tutto quello che questi due uomini hanno in comune, migliaia di miglia ed un paio di decenni hanno separato il loro debutto. Dalla lontana Virginia Beach degli anni Ottanta, un giovane Williams ha potuto osservare la crescita dell'hip-hop quasi dalla sua nascita, prima di diventarne una forza cardine, di quel genere e di molti altri, in veste per metà dei Neptunes e per l'altra di solista. Quando RM cresceva fuori Seoul, il rap era già diventato un fenomeno globale, al punto che Nas, Eminem e gruppi locali come gli Epik High riuscirono a sedurre uno studioso ragazzo sudcoreano e a fargli decidere di dedicare la sua vita alla musica - cosa che, dopo alcuni colpi di scena, lo portò ai BTS invece che alla carriera hip-hop underground che aveva immaginato.


Entrambi gli artisti si muovono tra il lavoro dietro le quinte e le esibizioni. Oltre a produrre e scrivere per i BTS, RM ha fatto lo stesso per le canzoni di molti altri artisti sudcoreani; Williams ha saputo trovare questo equilibrio come nessun altro dai tempi dell'amministrazione Clinton - solo quest'anno ha prodotto brani per Kendrick Lamar, Pusha T e Rosalía, mentre ha reclutato 21 Savage e Tyler, the Creator per il suo singolo "Cash In Cash Out".

Persino prima di questa conversazione, Williams e RM hanno unito le forze. Come rivela Williams, di recente ha registrato una canzone con i BTS, lavorando a distanza, per il suo prossimo album. RM ha in cantiere un suo album di debutto come solista e, durante la loro conversazione, Williams gli fa un'allettante offerta in merito. Poche settimane dopo questa conversazione, l'etichetta dei BTS, HYBE, annuncia che i membri del gruppo svolgeranno il servizio militare obbligatorio e si concentreranno sul lavoro da solisti prima di riunirsi nel 2025. Oggi RM è convinto che lui e i BTS si trovino a un bivio nelle loro vite e nella loro carriera, e non ha paura di chiedere consigli in stile Yoda a qualcuno il cui continuo cambiamento di forma è stato premiato con un successo senza pari che si è susseguito per decenni.

RM: Voglio solo sottolineare [la tua canzone da solista del 2006] "Take It Off (Dim the Lights)". Perché era in una delle mie playlist. L'ho anche tradotta in coreano e l'ho registrata una volta quando ero un dilettante.


Williams: Wow! È pazzesco.


RM: Oggigiorno il genere non significa nulla. Ma all'epoca, credo che alcuni rapper criticassero i rapper che cantavano o usavano l'Auto-Tune. Tu a volte canti, a volte fai rap, a volte canti solo il ritornello. Come ti poni quando partecipi a una canzone come artista?


Williams: Wow. Prima di tutto, nessuno mi ha mai fatto una domanda del genere, che tu ci creda o no. Prendo le decisioni in base alle sensazioni. Non le prendo in base alle convenzioni.


RM: "Devo rappare". "Devo cantare".


Williams: Sì, no. È semplicemente quello di cui sento che ci sia bisogno. E lo trasmetto nel miglior modo possibile, perché sto cercando di dire a qualcun altro che è più bravo di me di farlo. Spesso succede che gli artisti mi dicano: "No, vogliamo che sia tu a fare questo". E io: "No, non io, è meglio per questa persona". Incanalo ciò che mi sembra manchi al pezzo e dimentico che si tratterà di me. Perché se penso che sarò io a cantare, allora non verrà così bene e io non sarò così sicuro di me. Per esempio, c'è un disco che ho fatto con Mystikal molto tempo fa...


RM: Wow!


Williams: Sì. "Shake Ya Ass". Giusto? Io e Chad [Hugo] l'abbiamo prodotto insieme. Ma mentre scrivevo il ritornello, facevo finta che Eddie Kendricks dei Temptations potesse farlo. Ricordo di aver detto loro: "Oh, amico, lo faremo fare al tizio dei Temptations". E loro: "No, no. La casa discografica vuole che lo faccia tu". È stata una cosa strana, e da quel momento ho iniziato a capire che do il mio meglio quando coinvolgo altre persone e mi arrendo a ciò di cui la musica ha bisogno, senza lasciare che il mio ego o i miei sentimenti vengano coinvolti.

RM: Come un gruppo, siamo stati alle Nazioni Unite, e abbiamo anche incontrato il Presidente Biden. Non avremmo mai pensato che sarebbero potute accadere cose del genere, ma credo che, in modo naturale, il nostro gruppo sia diventato uno dei rappresentanti della comunità asiatica. Penso sempre tra me e me “Sono così bravo? Merito tutte queste responsabilità?”. Dubito davvero di me stesso. Ho sentito che tu fai molte cose per la comunità. Quindi mi chiedo come affronti tutte le responsabilità per essere buono e morale.

Williams: Voglio dire, c'è sempre una circostanza per il lavoro [di beneficenza] che faccio. O potrei dire delle cazzate di cui poi mi pentirei, oppure c’è stato un tempo in cui ho avuto una canzone che ha inciso su una certa porzione di popolazione. Questo mi ha fatto iniziare a pensare alle cose in modo differente. E dopo sono andato ad instituire [una no-profit] contro l’ignoranza di cui facevo parte. Per educare me stesso, per informarmi. Altre volte lo faccio anche per quello che hai appena detto.

Quando ti chiedi “Amico, sono abbastanza bravo?” o “Mi merito tutto questo?” penso che quello che mi fa dormire meglio la notte andare a fare quel lavoro. Mi aiuta a rispondere a quelle domande. È come se, ovunque ci fosse una mancanza nella tua fiducia in te stesso sul meritare o meno di essere qui o di ricevere quel tipo di ammirazione dai fan, ovunque ci sia un pensiero negativo, questo si somma ai lati positivi.


RM: Spero che la mia confusione e questi stupidi pensieri possano migliorare la mia vita, [e che io possa] essere un adulto migliore per i fan.

Williams: ciò che le persone non realizzano è cosa significa avere centinaia di milioni di fan e incontrarne 100.000 alla volta…


RM: Non si riesce a notare una singola faccia. È solo una massa.


Williams: E' un’energia gigantesca che ti viene addosso, e dici “Saltate”.


RM: E poi loro saltano.

Williams: E poi loro saltano. E tu canti, e loro cantano ogni parola. E puoi sentire attraverso le loro voci che molte di quelle vite sono state influenzate e cambiate da qualcosa che hai fatto. Io non so come riusciate a gestire questa cosa. Perché io ho solo un paio di canzoni che suscitano tutto ciò, e poi quando salgo sul palco e vado a cantarle, questo mi farebbe piangere perché sarebbe una responsabilità troppo grande. Amico, ogni volta che mi ci avvicino così tanto, faccio sempre un passo indietro.

RM: Perché? È troppo pesante?


Williams: E' troppo pesante, amico. È una responsabilità troppo grande. Ecco perché rispetto così tanto persone come te e il tuo gruppo e altri artisti come Bey, Jay e anche Kanye — cioè, amico, cosa affrontate ogni sera su quel palco? È un’esperienza che rende più umili e allo stesso tempo è travolgente. E alcune volte il tuo sistema nervoso deve essere costruito per questo. Voglio chiederti una cosa, come la gestite dopo che scendete dal palco, sentendovi elettrizzati e sorpresi ogni notte, come vi rilassate?

“Sono un essere umano e a volte sono davvero nervoso e alcune volte vado in depressione, vengo persino inghiottito da tutte queste energie” ha detto RM. “Ma cerco di gestirlo, perché amo la musica."

RM: Il mio primo spettacolo è stato davanti a 10 persone in piccoli club quando avevo, tipo, 15 anni. E dimenticai la maggior parte dei testi. Quindi a quel tempo pensai “Oh, non sono il tipo che diventa una star. Non sono uno di quei frontmen che possono godere di tutta questa merda come Kurt Cobain o Mick Jagger”. Sono solo un essere umano che ama fare musica.

Per esempio, abbiamo avuto questi spettacoli a Las Vegas ad aprile. Sono state quattro serate. Ma ogni sera era una sfida. Dopo che finiamo le prime tre canzoni e che ci togliamo gli auricolari siamo tipo “Siamo tornati, cazzo” – da quel momento, c’è una persona diversa, un me diverso per le prossime due ore e mezza. Ma prima di questo, sin dalle prove e persino in aereo, sono davvero molto nervoso e [mi sento] responsabile, perché sono consapevole che i fan comprano i biglietti e vengono dal Brasile, dal Giappone, dalla Corea, da tutte le parti del mondo. Loro vengono qui solo per quell’unica sera.

Quindi mi carica, ed è come se dovessi ripagarli. Devo offrir loro la notte migliore della loro vita. Quindi è un caos, è troppa energia. Sono un essere umano ed entro davvero in ansia e alcune volte vado in depressione, vengo persino inghiottito da tutte queste energie. Ma cerco di gestirlo, perché amo la musica. Amo il loro amore. Perché io credo che l’amore si manifesti davvero quando lo diamo a qualcuno, e non quando lo prendiamo. Quindi io voglio solo restituire loro tutto questo. Loro ci hanno portato da una piccola città in Corea, al cuore dell’industria musicale, Las Vegas, L.A., New York. Sto facendo un’intervista con Pharrell, è potuto accadere grazie ai fan di tutto il mondo, sono sempre grato e non voglio deluderli.

I BTS al momento sono in quello che il compagno di band Suga ha descritto come una “bassa stagione (offseason)” – che è stato tradotto erroneamente come “pausa”- con più attenzione sui lavori singoli. RM tu hai detto in un certo senso, che ti senti di aver perso il senso dell’orientamento del gruppo.

Williams: Ho sicuramente avuto le mie difficoltà per la mancanza di uno scopo.

RM: Quando?

Williams: Esattamente intorno [il 2006], quando ho rilasciato “In My Mind”. Non ho avuto l’esito che volevo – cioè, culturalmente ha fatto effetto, ma egoisticamente non ha funzionato nel modo in cui volevo. Semplicemente non ha avuto i risultati a cui ero abituato in quel periodo, e mi ha colpito davvero forte. Quindi questo ha iniziato a farmi pensare allo scopo e a ciò che ha un vero DNA e non solo uno scopo estetico, ma un vero significato e qualcosa che può essere importante per le persone, ma allo stesso tempo, deve essere comunque divertente. Ho sempre amato le ragazze, quindi saranno sempre una parte di questo. [Ride]

Quindi capisco di cosa si tratta. So com’è arrivare a quel punto nella tua carriera per qualsiasi ragione – e voi ragazzi state andando bene, ma penso che, da quello che sto sentendo e da quello che sto capendo, voi ragazzi siete arrivati a quel punto in cui dicevate tipo, “Cosa stiamo facendo? Chi siamo? Siamo quello che abbiamo detto di essere?”


RM: Esatto.


Williams: E mentre pensi a chi sei, a quello che vuoi dire e a quali siano le tue intenzioni, è come se stessi determinando chi vuoi essere. Cioè, come ci si sente? Ad esempio, a che punto ti trovi in questo processo? Perché, stai lavorando ad un progetto da solista, giusto?


RM: Sì. Circa il 90% del lavoro è fatto. Ho rilasciato alcuni mixtape come un membro del gruppo, ma era solo un esperimento. Penso che questa volta sia ufficialmente il primo album da solista. Ma sono passati circa 10 anni, da quando abbiamo debuttato come gruppo. Il K-pop gira tutto attorno alla band e ai gruppi. E come ti dicevo, personalmente io ho iniziato la mia carriera come un rapper e come un poeta. Quella in effetti è stata la parte più difficile, perché il K-pop è un mix. È un mix tra la musica pop americana, altri elementi visivi, la Corea, i social media ed altro. È molto intenso e frenetico. Quindi di per sé ha dei pro e dei contro.

Non era nostra intenzione, ma dopo 10 anni, siamo diventati una sorta di figura sociale e abbiamo accettato questo ruolo. Quindi una band K-pop che sta andando a tenere un discorso alle Nazioni Unite e ad incontrare il Presidente, penso che fossi davvero confuso e pensavo tipo “Cosa sono, un diplomatico o cosa?”


Williams: Giusto, sì.


RM: Ero solo un piccolo rapper e paroliere quando ero più giovane. Sono stati dieci anni molto intensi come team. E a me spettava il compito di rappresentare il gruppo nelle interviste davanti agli altri membri. Quello era il mio ruolo, immagino. Penso di essere arrivato al punto che…non lo so: “Ehi, devo smettere di fare questa cosa per un po’. Devo smettere e allontanarmi da questa cosa e vedere cosa succede”, e questo mi ha calmato molto. Ecco come sono riuscito a concentrarmi sul mio album da solista. Ultimamente ho pensato molto alla prima volta che ti ho ascoltato, la prima sensazione che ho provato e la vibe, la ragione per cui ho iniziato e il motivo per cui ho scelto la musica per il resto della mia vita, immagino.

Quando ho iniziato a comporre la mia musica, avevo circa 14 anni, ora ne ho 28. Quindi sono nel pieno del processo. È molto complicato e disorientante, e non so proprio quello che succederà. Quindi se potessi darmi qualche consiglio…perché anche se diversi dal K-pop, ma tu hai lavorato a molti progetti, come i N.E.R.D, i Neptunes e ovviamente il tuo lavoro da solista. Quindi qualche pensiero a riguardo…?


Williams: Esser parte dei Neptunes, far parte dei N.E.R.D, e lavorare come solista mi ha molto aiutato, perché fai una cosa e poi ti prendi una pausa. Fai un’altra cosa e poi fai una pausa. Mi permette di indossare panni diversi, maschere diverse. Quindi lo capisco, e so che prendere un po’ le distanze ti permetterà di rigenerarti. Penso sia un bene che tu lo faccia perché quando tornerai nel gruppo—


RM: Nella squadra.


Williams: Sì, penso che sarà davvero rigenerante. Chi sono i produttori del tuo album da solista?


RM: A volte facciamo le nostre cose da soli, e c’è un team di produttori interno all’etichetta che lavora sempre con noi. A volte prendiamo le canzoni dall’esterno. È flessibile. Tu produci a volte con Chad o anche da solo, giusto? È faticoso?


Williams: Per quanto mi riguarda, è come quando Michelangelo scolpiva. Lui…mi sbaglierò, ma tutto ciò che faceva era sbarazzarsi di tutta la pietra che imprigionava la scultura, una cosa del genere. È la stessa cosa. Scavo e tolgo ciò che non serve, e poi aggiungo livelli finché non sento che il risultato è quello giusto. E poi se credo di avere bisogno di aiuto, allora lo chiedo a qualcuno. Il mio ego me lo impediva quando ero più giovane, ma ora la mia lealtà non è verso il mio ego.


RM: E verso cos'è?

Williams: Verso la canzone. È al pensiero del “come rendiamo la canzone nella sua versione migliore”? Ecco a cosa punto adesso.

E non voglio fare nulla che sia tipo: “Oh, carina, andrà bene.” No, non voglio che vada bene. Voglio fare esplodere le pareti e dare fuoco all'intero quartiere. Non solo la stanza, il quartiere. Non la casa, voglio il quartiere in fiamme. Voglio che ne parlino al telegiornale. Ascoltate: “Il quartiere in fiamme.”


RM: Il quartiere in fiamme. B.O.F., block on fire. È un bel nome per un marchio, in realtà.

A volte crescendo — e sono a metà tra il capitolo uno e due, come ho detto, il gruppo e il lavoro da solista; forse sono diviso tra la musica e le arti figurative, nel mezzo. Quindi a volte sono spaventato, tipo: “E se la musica non mi piacesse più?” Amo l’arte. Ma è un po' diverso.

Williams: Sì, è diverso.


RM: È così. La musica è tipo…è dappertutto. Mi dispiace, ma è dappertutto. A volte ho davvero paura che — insomma, che la musica non sia più la cosa principale per me. Una cosa del genere.


Williams: Sì, è una sensazione temporanea.


RM: Davvero? Sono sollevato.


Williams: Sì. E poi dal nulla pensi: “Whoa. È l’unica cosa a cui voglio pensare”. Succederà.


RM: Che ne pensi delle arti figurative, delle belle arti?


Williams: Penso che ogni modalità, ogni modalità percettiva che abbiamo, intesa come visiva, olfattiva, gustativa, cinestetica, uditiva, sia più o meno la stessa cosa. Come per il cibo, qualcosa può essere dolce o aspro. Qualcosa può avere un profumo dolce o pungente. Per quanto riguarda l’udito, sentiamo qualcosa che magari è dolcissima e piacevole, e poi qualcosa che ci fa pensare: “Oh, aspro”, hai presente? E quindi mi diverto a lavorare con artisti in discipline artistiche differenti per determinare dove sta questa corrispondenza. Tipo “Oh, wow, questo è il tuo punto dolce. Oh, questo invece quello aspro". Presente?


RM: Una cosa interessante per me a proposito delle arti figurative è che, quando ascolto un bel pezzo di musica rimango sbalordito, ma comunque, a volte mi sento davvero geloso [di chi è riuscito a comporre quel pezzo così meraviglioso]. Può essere davvero, davvero doloroso. Quindi è divertente, no? Ma per quanto riguarda le arti visive, non proverò a disegnare nemmeno uno schizzo, perché voglio rimanerne fuori. Ma ne sono un amante. Un fan. Un maniaco. Quindi quando guardo un dipinto, o magari una scultura, mi sento solo davvero sollevato perché posso amarlo quanto voglio.


Williams: È fantastico.


RM: Tu hai dei nuovi progetti in programma?


Williams: Be’, il mio progetto si chiama . . . lo pubblico a mio nome, e il titolo dell’album è Phriends. È il primo volume. Voi ragazzi [BTS] ci sarete, ovviamente. E ne sto parlando anche più di quanto dovrei, ma c’è una canzone nel mio album che i BTS hanno cantato ed è stupenda, vi sono molto grato.


RM: Adoro questa canzone.


Williams: La adoro anche io.


RM: Cazzo, sì.


Williams: Tutti quelli che la ascoltano sono tipo: “Whoa.”


RM: La adoro, cazzo.


Williams: La adoro, la adoro, la adoro. Ma ora fammi dire una cosa. Hai detto che il tuo album è pronto al 90%. Ma se per quanto riguarda quel 10% avessi bisogno di — non avrai bisogno di me, ma voglio dire…


RM: Ho sempre avuto bisogno di te, da 15 anni.


Williams: Ok, bene, se vuoi fare qualcosa, la possiamo fare per davvero.


RM: Ti prego.


Williams: Certo, e mi dici tu quello che vuoi. Ne vuoi una up-tempo? La facciamo up-tempo.


RM: Ne sono onorato e ti sono grato.


Pharrell, un ultimo consiglio per RM?


Williams: Sai cosa? Direi solo di continuare ad andare avanti. Continua ad essere curioso. E non metterti pressione su quello che fai dicendo… niente assoluti come: “Oh, non farò mai più musica” o “Non farò mai…”

Non farei cose del genere. Farei—


RM: Mai dire mai.


William: Mai dire mai. Rimani a bordo. Vai avanti.


RM: Continuo a navigare.


Williams: Sì. E vedi dove ti porta. Perché è davvero interessante.

 

Traduzione a cura di BTS ITALIA | @BTSItalia_twt2. Prendere solo con crediti

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