Jimin è pronto a far vedere al mondo chi è diventato. Traduzione italiana dell'articolo "Jimin Is Ready to Show the World Who He’s Become" di Rolling Stone.
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Jimin è pronto a far vedere al mondo chi è diventato

Aggiornamento: 30 mar 2023

La talentuosa star dei BTS parla del debutto di Face il suo album da solista e condivide quanto i membri lo abbiano supportato nel suo processo creativo.

Prima che Jimin fosse sicuro di rilasciare il suo album da solista di debutto, i primi a credere in lui sono stati i suoi compagni BTS.

Era tarda primavera ed il gruppo era a Las Vegas durante le ultime performance del loro tour negli stadi di “Permission to Dance on Stage”. Tra una notte e l'altra, si è aperto con i membri della band, che sono come fratelli, davanti a un drink e ha detto loro dei dubbi che aveva avuto durante la pandemia. Quello è stato il momento in cui ha ricevuto l’incoraggiamento di cui aveva bisogno dal gruppo, che celebreranno il loro decimo anniversario quest’estate sentendosi così, preparato a sufficienza per imbarcarsi nel suo progetto.

“Pensavo a cose come ‘perché sto vivendo in questo modo? Cosa sto facendo ora?” ha detto a Rolling Stone attraverso l’interprete, in una prima mattina di primavera dall’ufficio della HYBE a Seoul. I suoi membri gli hanno assicurato che è comune a tutti attraversare queste difficoltà iniziali. Gli hanno suggerito di esprimersi attraverso la musica potrebbe offrire una via d’uscita/ una soluzione.

Ora, l’artista 27enne di Busan in Corea del Sud, sta preparando la sua visione di pop star solista con Face, un travolgente album di 6 tracce. Attraverso il progetto, che è pieno di vari stati d'animo sonori, che virano da “appuntito e duro” a “vellutato ed elegante”, Jimin dipinge le emozioni conflittuali che ha avuto su di sé e sul suo viaggio come artista. Anche se lui non era originariamente un cantante quando a 16 anni è entrato a far parte della Big Hit Entertainment, ha sviluppato una delle voci più uniche della scena K-Pop: è dolce, con bordi delicatamente taglienti e contorce le sue vocali come fossero morbidi riccioli di fumo. Attraverso queste sottili inflessioni, trasmette un amaro isolamento con la canzone malinconica R&B "Alone", ma poi passa rapidamente alla rabbia esplosiva con "Set Me Free Pt. 2." In questa traccia vivace, piena di trombe annuncia che sta entrando in una nuova era dove “non lo nasconderò più anche se farà male”, cantando come se stesse digrignando i denti.

Questo progetto è un’evoluzione audace del lavoro di Jimin nei BTS, dove ha mostrato la sua inclinazione nel creare emozionanti tracce R&B come “Wings” nel 2016 e la sensuale traccia Pop Latina “Filter”. Nel 2018, ha mostrato che può affrontare un approccio da cantante o cantautore acustico come il suo singolo di debutto “Promise” – che recentemente ha avuto il rilascio ufficiale dopo aver vissuto per anni solo su SoundClouds. Per l’imminente uscita del singolo Face, ha anche preparato delle esibizioni, meticolosamente, una firma per il ballerino esperto il cui stile fluido ma potente è arricchito dal suo background con danza moderna e arti marziali (per vedere il suo talento per intero, i fan possono guardare un esempio di ballo contemporaneo andato virale per la performance “I Need U” ai MMA awards del 2019, dove si capovolge e gira senza sforzo come se fosse la personificazione del vento o il momento da solista nella performance del 20200 di “Black Swan”). Ne è passato di tempo da quando era un teenager che imitava la performance sensuale del suo modello di stile, Taeyang dei BigBang; questo gennaio, ne ha chiuso il cerchio quando è apparso nell’atteso singolo del cantante K-Pop veterano “Vibe”.

Jimin esplora un affascinante mix di emozioni con il singolo principale “Like Crazy”, che uscirà sia in versione coreana che inglese. Ha trovato ispirazione nel 2011 con il regista Drake Doremus in un drama diretto con lo stesso nome del singolo. Colpito dalla rappresentazione del film di una storia d'amore appassionata tra una donna britannica ed un uomo americano il cui rapporto non può mai stabilizzarsi a causa di problemi con visto e per loro rispettive carriere, ha cercato di trasmettere questi sentimenti ambigui attraverso la coreografia della canzone. È un perfezionista fino al midollo: quando gli ho detto che non vedo l'ora di assistere a queste esibizioni, la sua risposta è semplicemente: "Lavorerò sodo."

Questo album si chiama Face. Che significato assume il titolo per te?

In questo album, penso al mio passato. Ho sentito che la parola “face” ha molti significati differenti. Ovviamente, ha il significato del sostantivo, faccia, ma significa anche "affrontare", come verbo. Quindi per iniziare un nuovo viaggio, ho pensato fosse necessario guardare indietro e affrontare me stesso (del passato) completamente.

Quando hai pensato al tuo passato, hai scoperto qualcosa di nuovo?

Non direi di aver provato qualcosa di nuovo. Ma quando penso al me che viveva durante la pandemia e alle emozioni che provavo allora, non stavo realizzando i sentimenti che avevo. [Ho pensato] di stare bene. Ero felice. Semplicemente apprezzavo le cose. Ma guardando indietro, ho capito che quelli non erano gli unici sentimenti [che avevo]. Dopo averlo realizzato, ho pensato che avrei dovuto superare [queste sensazioni]. Penso d’aver imparato come diventare adulto. Sono cosciente di aver provato varie emozioni durante la pandemia.

Quando si leggono i testi su questo album, ci sono temi come la solitudine, il combattere con se stessi ed il trovare la libertà. Quali pensieri ed emozioni avevi mentre scrivevi questi testi?

Non sono bravo a girare attorno al punto o a dire cose indirettamente ed è lo stesso con i miei testi. Ho scritto le mie emozioni com’erano, esattamente come mi sentivo due anni fa e le emozioni che ho provato in ogni situazione [al tempo]. Quindi se ascolti la musica, capirai i testi subito.

Come volevi esprimerti musicalmente su questo progetto?

Dal momento che ogni canzone ha emozioni differenti, volevo esprimere questi sentimenti proprio nel modo in cui sono attraverso la produzione. Nella prima parte dell’album, c’è la rabbia. La traccia principale “Like Crazy” sembra felice, ma c’è della solitudine dietro.

Interlude: Set Me Free” è una canzone di SUGA, dal suo mixtape del 2020 D-2 come Agust D. Come sono connesse queste due canzoni (Interlude e Set Me Free pt. 2)?

Credo sia difficile dire che sono connesse. Però quando stavo lavorando su questa canzone, ho pensato che la frase “set me free” fosse il titolo perfetto. Poi ho realizzato che c’è una canzone con lo stesso titolo su mixtape di SUGA. Quando ho ascoltato quella canzone, ho realizzato che anche quella è una canzone sulle difficoltà della crescita, mentre si diventa più maturi. Quindi ho pensato avesse senso che la mia canzone diventasse la parte due di quella di SUGA. Se ne avessimo l’occasione o l’opportunità, credo che sarebbe bello se lui partecipasse alla mia canzone. [ride]

La prima canzone, “Face Off”, inizia con una melodia che sembra musica da fiera. Cosa rappresenterebbe?

Non ha un significato preciso. Però quando lavoravo su questa canzone, i produttori ed io abbiamo iniziato a giocare con diversi strumenti e pianoforti. Quando l’ascolti, ti accorgi che questa canzone è molto intensa, ribelle e ha molta rabbia ed iniziarla così [con i suoni da fiera] sarebbe stato un contrasto forte con il resto delle vibes. Quindi hanno detto, “Sai, se inizi la canzone così, sarebbe un po’ ironico o paradossale e sarebbe molto bello.”

Con “Interlude: Dive” ci sono suoni di acqua e poi tu che parli sul palco. Che storia ci narra questa traccia?

Inizialmente, dopo la prima traccia “Face-Off”, che è molto intensa e ribelle, la successiva sarebbe stata la traccia principale, “Like Crazy”, che dà una sensazione d’intossicazione surreale. Ho pensato che sarebbe stato carino avere qualcosa in mezzo che avrebbe fatto da ponte tra le due canzoni e così abbiamo creato “Dive”. Se ascolti la traccia, potresti sentire suoni di qualcuno che ansima o che corre da qualche parte. Volevo dare la sensazione che ero perso e stavo vagando. Ho provato molte cose per quella canzone. Mi sono registrato mentre correvo con il mio cellulare, ed è stato un processo divertente.

Per “Like Crazy” eri ispirato dal film Like Crazy. Cosa ti è piaciuto in particolare di questo film e come ha influenzato la canzone?

Ero su Youtube e mi sono imbattuto in questo video con alcuni spezzoni di questo film e la canzone “In Return” di Breakbot. Ero tipo: “Oh cos'è?" e ciò mi ha spinto a guardare il film. Mi aspettavo un film romantico e dolce, ma invece era un ritratto di una rottura reale e forte. Quindi mentre stavamo parlando della traccia principale, mi è venuto in mente questo film e ho pensato che stava bene con il tipo di canzone che volevamo fare. L’ho riguardato, ed ho incluso vari punti d’ispirazione nella canzone. Ci sono dialoghi all’inizio e alla fine della canzone che esprimono esattamente ciò che volevo dire.

Puoi condividere come sarà la coreografia di “Like Crazy”?

Ho provato ad esprimere i sentimenti di quel film… Sai, un po’ complesso, un po’ isolato, un po’ di emozioni felici. Ho provato ad esprimere tutti questi sentimenti ambigui e subdoli in un modo lievemente sexy, ma non sono sicuro di come verrà percepito dalle persone. [Ride]

So che hai un passato nella danza moderna e anche in arti marziali come taekwondo e kendo. Come pensi che questi movimenti diversi influenzino ora il tuo stile di danza?

Onestamente, quando iniziai ad imparare le coreografie, ho pensato che la mia esperienza nella danza moderna e i differenti tipi di movimento sarebbero stati un ostacolo per me. Ma ocn il consolidare del il mio stile personale nell’esprimere le coreografie dopo il debutto, penso che quelle conoscenze siano diventate molto utili. Ciò che credevo sarebbero state delle cattive abitudini in realtà hanno avuto un impatto positivo. Potevo vedere le mosse di danza con una prospettiva diversa rispetto alle altre persone e potevo mischiare il mio stile di danza moderna o incorporare acrobazie potenti nelle coreografie. Perciò credo che queste forme di base abbiano costruito ciò che io sono ora.

Mentre stavi preparando questo album, come ti hanno aiutato gli altri membri? Eri influenzato da loro durante il processo?

In realtà, i miei membri sono stati coloro che hanno reso possibile che io iniziassi la preparazione dell’album. Tutto è iniziato durante i concerti a Las Vegas l’anno scorso e in quel momento avevo difficoltà con delle emozioni che sono finite in Like Crazy. Mentre parlavamo con dei drink in mano, dissi loro: “Non so se sto andando bene. Non so nemmeno cosa sto facendo.” Ma i membri mi hanno detto che è perfettamente normale sentirsi in quel modo e credo che sia okay sentirsi perso qualche volta. Hanno suggerito, “Perché non esprimi questi sentimenti attraverso la musica?”.

Quindi una volta tornato in Corea dagli Stati Uniti, ho incontrato i produttori e iniziato subito a lavorare sulla musica. Sono molto grato verso i miei compagni per avermi ispirato così da iniziare a lavorare su quest’album. Non so come gli altri reagiranno alla musica, ma io sono stato completamente capace di risolvere e superare tutte quelle sensazioni che mi facevano sentire perso. Sono perfettamente centrato ora, quindi sono molto grato verso di loro.

Cos’è successo durante i concerti a Las Vegas che ti hanno portato tutte queste emozioni?

Come sai, non potevamo incontrare i nostri fan durante la pandemia. A quel tempo, non sentivo di avere abbastanza tempo o spazio per riflettere su me stesso. Perciò vivevo non sapendo veramente cosa stessi facendo o il perché stavo lavorando così sodo e per cosa. Ogni giorno, avevo tutti questi pensieri e sensazioni diverse. Ma durante quei concerti a Las Vegas, ho avuto l’opportunità di parlare con i miei compagni su come loro stessero sopravvivendo durante quel periodo. Prima, credevo di essere l’unico che si sentiva e si comportava in modo strano al contrario dei i miei compagni che sembrava stessero sempre lavorando sodo, fossero molto fighi e che stessero brillando da soli. Pensavo di essere l’unico ambiguo, quindi parlarne con loro mi ha aiutato ad alzarmi di nuovo.

Cambiando argomento, com’è stato lavorare con Taeyang in “Vibe”?

È un ricordo molto felice per me. Come sai, è stato il mio modello da quando ero piccolo. Quindi la possibilità d’incontrarlo, ascoltarlo cantare proprio accanto a me e averlo osservato da vicino, lavorare su della musica, ballare con lui, registrare il video musicale ed esibirci insieme… Tutto mi ha reso molto contento.


Quando Taeyang è apparso nella serie di interviste di SUGA, Suchwita, ha detto che sei una persona che lavora davvero sodo. Sentendo questo, come ti vedi?

Gli ho scritto molto durante il processo di registrazione e durante le prove per Vibe. Mi sono preso molto tempo per registrare le mie parti da solo, dal momento che non è una canzone molto semplice. Credo che abbia detto questo perchè ogni volta che facevo una nuova registrazione e gliela mandavo, tipo: “Questa è la versione di oggi della registrazione, puoi ascoltarla per piacere?” Poi il giorno dopo ne mandavo una nuova dicendo: “Ho corretto i dettagli, cosa ne pensi di questa versione?” E dopo che mi ha visto fare questo, credo mi abbia visto in modo positivo.

Puoi descrivere il modo in cui ti alleni mentre ti prepari per il rilascio di un nuovo album?

C’è una cosa che dico sempre ai produttori con cui lavoro: “l’allenamento è la risposta”. Se ho del tempo la sera dopo che finisco il lavoro, mi alleno a cantare con i produttori. Mi alleno a ballare. Provo a passare tutto il tempo che ho ad allenarmi. È un infinito ciclo di esercizio.

 

Articolo di Michelle Hyun Kim per Rolling Stone


Traduzione a cura di BTS Italia | @BTSItalia_twt2 Prendere solo con crediti

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